Anselmo è un eremita cinquantenne che vive da circa vent’anni in alta montagna. Un giorno aiuta Anna, una bella e ricca turista smarritasi in montagna a ritrovare la strada. Lei lo porta nel lussuosissimo albergo dove alloggia, lo fa rivestire e sbarbare, poi colpita dallo stile di vita dell’eremita, Anna vorrebbe provare a lasciare tutto. Altre donne lo seguirebbero, ma nel frattempo Anselmo è convinto a voler tornare a vivere in società.
Dati d’archivio. Collocazione: Za Sog NR 12/7 contiene: varianti di soggetto dattiloscritte A) 10 pp., L’eremita (idea per un film); B) 10 pp., L’eremita; C) 12 pp., Idea per un film. L’eremita (ti[t.] provv.); D) 13 pp., Idea per un film. L’eremita (ti[t.] provv.).
Il soggetto è di incerta datazione ma le vicende fanno riferimento a vent’anni dopo la fine della guerra, si può quindi ipotizzare la seconda metà degli anni Sessanta. Il soggetto C è il più antico, si intitola Idea per un film. L’eremita (tit. provv.). Ci sono alcune correzioni formali dattiloscritte e manoscritte. Da notare il fatto che il protagonista inizialmente si chiama Renato, poi corretto in Anselmo. Il soggetto D è una copia di C senza la correzione del nome del protagonista appena descritta. Il soggetto A è il più recente e integra le note manoscritte di C. È intitolato L’eremita e presenta una nota manoscritta accanto al titolo: “(idea per un film)”. Il soggetto B è una copia dell’A, senza nota manoscritta accanto al titolo.
Pubblichiamo il soggetto C nel volume e online, pubblichiamo online anche il soggetto A.
Il nome Renato inizialmente attribuito al protagonista fa pensare ad un soggetto scritto per Renato Rascel, dato anche il taglio piuttosto comico. Il tema dell’eremitaggio, o di una più generale fuga dalla realtà quotidiana, è presente anche in altri lavori di Zavattini. Per esempio, ne La voce del silenzio (1953) alcune persone si rinchiudono volontariamente in una Casa di Gesuiti per fuggire dalla “giungla urbana”; oppure, di poco successivo alla stesura del soggetto de L’eremita, in Una breve vacanza (1973) la protagonista si trasferisce in un sanatorio in montagna per recuperare dallo stress della vita da operaia. Notiamo la critica che il racconto fa della ricca borghesia industriale, consumista e decisa nel suo attaccamento al denaro, incarnata in particolare dai personaggi maschili, mentre quelli femminili appaiono più curiosi verso una filosofia di vita più spirituale, perfino estrema nella sua scelta di povertà. Il tono da commedia è dato da molte occasioni comiche e, in particolare, dalla trasformazione finale dell’eremita, convertitosi all’agio e alla ricchezza.
Scansione dai provini a contatto realizzati al MOMA da Duane Michals, maggio 1969
Per gentile concessione dell’Archivio Cesare Zavattini, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia