A Veracruz conosciamo il giovane Andréz: ha una fidanzata, Lupe, e al villaggio discutono dell’offerta arrivata da una compagnia petrolifera che offre una somma di denaro per liberare il terreno. Il capo villaggio è il più ostinato a non spostarsi, una mattina lo trovano morto a causa di un colpo d’arma da fuoco. Dopo che il villaggio si è trasferito, passano le giornate e Andréz accetta di lavorare per la compagnia, perché Lupe sta per partorire. La differenza tra i messicani e i bianchi che dominano l’estrazione di petrolio è profonda e sentita. Un giorno si sta organizzando uno sciopero, vogliono un aumento della paga e una volta davanti all’ufficio del capo dell’amministrazione, Andréz ha paura per la prima volta. Non ottengono nulla. Siamo nel 1937, il figlio di Andréz muore per una malattia fulminea, i genitori entrano in depressione. Ad un anno di distanza però, Lupe è nuovamente incinta. Dopo qualche tempo, viene descritta una grande lotta in atto tra gli operai e la compagnia, i messicani vengono picchiati e minacciati, finché il 18 marzo arriva la notizia della nazionalizzazione del petrolio. A distanza di vent’anni Andréz lavora nello stesso posto, ma il villaggio ora è una città con scuole ed ospedali.
Dati d’archivio. Collocazione: Za sog NR 2/1 contiene: varianti di scaletta dattiloscritte A) 2 pp., El año maravilloso, resumen, in lingua spagnola; B) 17 pp., Primera idea: El año maravilloso, C. Zavattini, datato 6/1/1955, in parte manoscritta; C) 9 pp., El año maravilloso, por Cesare Zavattini: Arco completo # 2, datato 18/7/1957; D) 19 pp., El año maravilloso, por Cesare Zavattini: Arco completo # 3, datato 20/7/1957; E) 6 pp., El año maravilloso, version especial n. 1; F) 13 pp., [idem]. Za sog NR 2/2 contiene: varianti di soggetto dattiloscritte in lingua spagnola A) 15 pp., El año maravilloso, con correzioni e note manoscritte; B) 19 pp., [idem], in lingua italiana; C) 10 pp., 60 dias o El año maravilloso, synopsis, Octubre 1955; D) 6 pp., El año maravilloso, segunda version. Note di lavorazione dattiloscritte A) 93 pp., El año maravilloso, F. Benitez; B) 94 pp., [idem]. Za sog NR 2/3 contiene: trattamento dattiloscritto A) 64 pp., El año maravilloso, primer tratamiento por Cesare Zavattini, Julio 29 de 1957. Za sog NR 2/4 contiene: note di lavorazione dattiloscritte A) 30 pp., Viajes de Cesare Zavattini e Fernando Gamboa en Mexico; B) 4 pp., Conferencia con Zavattini (8 Julio 1957): El año maravilloso, notas de A.G.: La brecha.
Scaletta A), dal titolo: El año maravilloso, resumen, in spagnolo, divisa in 12 punti, priva di correzioni. Scaletta B), dal titolo: Primera idea: El año maravilloso, in spagnolo, datata 6 gennaio 1955, divisa in 45 punti, più elaborata, custodita all’interno di una cartella rigida, con note manoscritte e punti interrogativi con l’inchiostro rosso. Scaletta C), in spagnolo, dal titolo: El año maravilloso: Arco completo # 2, datata 18 luglio 1957, divisa in 20 punti, priva di correzioni. Scaletta D), in spagnolo, dal titolo: El año maravilloso: Arco completo # 3, datato 20 luglio 1957, divisa in 22 punti, stampata con l’inchiostro della macchina da scrivere blu, anch‘essa priva di correzioni. Scaletta E), in spagnolo, dal titolo: El año maravilloso, divisa in 4 punti, cambia la struttura, sono quasi tutti discorsi diretti, in alto, sotto al titolo, viene specificato versione special n. 1, è priva di correzioni; la scaletta F) è la copia della precedente.
Il soggetto A) in italiano, dal titolo El año maravilloso, è corretto meticolosamente e pieno di note manoscritte; il soggetto B) è privo di correzioni, dal titolo El año maravilloso, integra tutte le note presenti nella versione precedente. Il soggetto C) datato ottobre 1955 è in spagnolo, con il titolo provvisorio 60 dias o El año maravilloso, synopsis; cambia la distensione temporale, dal 1936 al 1956, si introduce qualche breve discorso diretto, ma la trama rimane pressoché invariata. Il protagonista si chiama Andréz Gonzalez, a pagina 45 una frase recupera entrambi i titoli in commento alla giornata di nazionalizzazione del petrolio “Pero los jóvenes técnicos y químicos mexicanos no piensan en el 18 de Marzo, ni en los 60 días de angustia, ni en los héroes anónimos que hicieron de aquél año <Un Año Maravilloso>”. Il soggetto D) dal titolo El año maravilloso. Segunda version, è la variante precedente inviata a Cesare Zavattini, composta di sinossi e soggetto vero e proprio. La trama non varia di molto, rispetto alla vita privata del protagonista risalta l’umiliazione costante che Andréz sente, il rancore e la rabbia per il suo analfabetismo, l’odio verso i bianchi che tengono nell’ignoranza i messicani, la vergogna di non avere abbastanza denaro per garantire una vita degna alla compagna e al figlio. La stesura del primo soggetto risale al 1955, ma il lungo trattamento (di 64 pagine) in spagnolo porta la data del 29 luglio 1957; si intitola El año maravilloso, primer tratamiento por Cesare Zavattini, il frontespizio è su carta intestata: “Producciones Barbachano Ponce S.A.”. Sono presenti anche molte “Note di lavorazione”: nota a) Viajes de Cesare Zavattini e Fernando Gamboa en Mexico: un diario dattiloscritto del viaggio dal 24 giugno al 15 agosto 1955 (e non del 1957 come detto nelle note d’archivio), con dettagliati elenchi delle visite fatte ogni giorno e alcuni accenni a situazioni e conversazioni; nota b) Conferencia con Zavattini (8 Julio 1957): El año maravilloso, con considerazioni attorno a La brecha (in intestazione: “notas de A.G.”). Nella seconda cartella sono presenti due voluminose “Note di lavorazione”, intitolate El año maravilloso 1 e 2, scritte da F. Benitez: sono resoconti dei racconti degli intervistati, con taglio a volte storico altre etnografico, raccolti nel primo fascicolo, che recita in copertina: “Patrones, guardias blancas y tecnicos. Obreros y demandas. Fiestas, velorios y mercados […]” in diverse località messicane; il secondo invece recita: “18 de marzo. El triunfo tecnico de los mexicanos. Los salarios. El drama de los tubos y el remedio. Los inventos. Los incendios. Distribucio”. Mazzoni (1979: 58-66) e Caldiron (2006: 364-373) pubblicano la variante B del soggetto, integrando le correzioni manoscritte.
Pubblichiamo nella versione cartacea e online il soggetto B. Online si pubblicano soggetto A, soggetto D (in spagnolo), scaletta A (in spagnolo), note di lavorazione B (in spagnolo, resoconto della conferenza).
Tra il materiale selezionato da Brancaleone (2019b) per il secondo volume (relativo alle fonti documentarie) del suo Zavattini. Il neo-realismo e il Nuovo Cinema Latino-americano appare estremamente interessante una lettera di Zavattini inviata a Beltrani, datata 20 ottobre 1955, Zavattini lo informa sul Messico raccontandogli quali sono i problemi secondo lui più importanti, molti dei quali diventeranno parte del soggetto El Año maravilloso. Scrive Zavattini: “Le condizioni dell’infanzia, degli analfabeti, le condizioni dell’agricoltura ossia la riforma agraria, la fuga dai campi verso la città del contadino, il voto alle donne, la storia del petrolio, il processo alla burocrazia, il superamento di una psicologia individualistica, piena di vecchi complessi che ritardano il formarsi di una vera e propria definitiva figura di cittadino, la storia del petrolio come affermazione delle possibilità straordinarie appunto del nuovo cittadino, […] le drammatiche peripezie interne ed esterne dei braceros, e infine l’ansia non sempre espressa, ma visibile in cento manifestazioni, di attualizzare il proprio pensiero e il proprio sentimento […] sono gli argomenti che ho sentito così spesso suggerire dalle persone interrogate. Argomenti, ripeto, che dimostrano che nel Messico, come in poche altre nazioni, si sappia esattamente quali miracoli si possono compiere con il cinema nei confronti delle strutture ideali e pratiche del proprio paese, quando lo si usi con la consapevolezza del suo enorme potere. Avrei ascoltato per ore e ore quelle persone che si accendevano così vivamente e tutte le loro proposte erano realizzabili nel senso dello spettacolo, comunque lo si intenda, perché la naturale qualità plastica del messicano fa sì che egli trasformi subito il concetto in immagine” (ACZ E/72, riportata in Brancaleone 2019b: 287).
Caldiron (2006: 372-373) spiega: “El Año maravilloso risale all’ottobre 1955. Il soggetto viene richiesto dal produttore Manuel Barbachano Ponce, con cui Zavattini avvia anche il progetto di Mexico mio. Carlos Velo avrebbe dovuto esserne il regista”. Caldiron indica le “pagine messicane” del Diario Cinematografico (scritte da Zavattini dal 1955, in particolare quelle datate 13 dicembre 1956), come il primo abbozzo del soggetto, vi leggiamo: “Credo che nessuno come i messicani desidera conoscersi […] fra i loro complessi questo è uno dei più nobili e urgenti per liberarsi di grosse umiliazioni […] basta riandare al tempo delle Compagnie straniere che avevano in mano il petrolio, quasi tutti noi eravamo nati e compravamo opere sulle rovine Maia di Cicenitza e intanto c’era un bianco, un inglese, capo delle miniere, che non parlava mai coi suoi dipendenti messicani guardandoli in faccia, gli voltava sempre le spalle, venticinque anni fa, non secoli fa. E un giorno che ci fu un incendio nei pozzi di Tampico, gli operai messicani accorsero, ma gli inglesi dissero: non abbiamo bisogno di voi, era il rifiuto di un’ombra di gratitudine, di una vita insieme. Infatti avevano solo bisogno del loro petrolio, ne portavano via più che potevano rovinando anche le fonti, se lo sarebbero asciugato tutto fino all’ultima goccia con una sorsata per risparmiare quello del loro paese, e fare, in vista della guerra, immensi bacini di scorta. L’espropriazione avvenne il 18 marzo 1938 e non si comprende come non l’abbiano ancora raccontato in un film” (Zavattini, 1979: 324-325; ora in id. 2002: 316-334). Un commento dettagliato si trova in Brancaleone (2019): fra i tanti aspetti che Zavattini scopre del Messico “lo colpisce particolarmente la vicenda dell’espropriazione del petrolio, ascoltata nei tanti racconti orali e ricostruita da lui come inchiesta preliminare, in quanto […] considera la vicenda dell’espropriazione del petrolio, fondamentale per un film sul Messico» (Brancaleone 2019: 244). Dalle carte d’archivio si evince che l’inchiesta dura diverse settimane e gli appunti di Zavattini riportano diversi episodi e testimonianze orali, secondo la ricostruzione di Brancaleone si tratta dell’estate del 1955 (mentre nelle note d’archivio e nelle biografie si parla di solito dell’anno 1957 per questo lungo viaggio). Il primo agosto del 1955 viene concessa a Zavattini e al suo accompagnatore Ferdinando Gamboa una visita alla raffineria di petrolio di Tampico e viene loro raccontato come le compagnie petrolifere straniere “non reputavano i messicani in grado di sfruttare l’industria. Invece, al momento dell’espropriazione, c’erano operai messicani abbastanza esperti da dirigere i lavori” (id.: 247). Queste storie affascinano talmente Zavattini che arriverà a definire questi episodi come l’anno meraviglioso, una “frase che Zavattini si ricorderà […] quando cercherà un nome per il soggetto sull’espropriazione dal Messico delle multinazionali petrolifere” (ib.). Dalle analisi di Brancaleone, si deduce che il soggetto El Año maravilloso ha in realtà un terzo titolo provvisorio, oltre a 60 días: El Petróleo: “alla sua poetica dell’evento (del <momento> in flagrante, estratto dallo scorrere del tempo o del <fatto> avvenuto altrove) che per lui avviene nel presente […] aggiunge la memoria storica, il passato ricordato nel presente […] la natura di questo film promette un tema epico, ma vissuto in primo piano” (Brancaleone 2019: 266-267). Come scrive Zavattini: “la coscienza di tutto ciò, è la coscienza di ciò che si è ottenuto, è il frutto della Rivoluzione che, dico io, deve continuare” (Terzo Taccuino dal 14 al 18, ACZ E6/1, in Brancaleone: ib.)