Il famoso cantante Rabagliati torna in Italia dopo una fortunata tournée in Sudamerica. Grazie alla sua voce, riceve numerose lettere di ammiratrici, che ostenta agli amici anche per dimostrare di aver superato la timidezza impacciata che lo caratterizzava in gioventù. Organizza quindi un ciclo di appuntamenti con donne di ogni tipo per poi poterne raccontare. Succede però che ai secondi appuntamenti non si presenta nessuna, a causa anche del suo aspetto fisico ormai grasso e non più giovanile. Depresso, trova le lettere malinconiche di una giovane di Roma a cui risponde e dà un appuntamento, dal quale tuttavia fugge per imbarazzo. Alla fine però, grazie alla tenacia di lei che lo incontra in compagnia di un finto fidanzato ancora più grasso di lui, Rabagliati riacquista la fiducia in se stesso e i due si sposeranno.
Dati d’archivio. Collocazione: Za Sog NR 26/4 contiene: varianti di soggetto dattiloscritte con note manoscritte: A) 5 pp.; B) 6 pagine. Entrambi i soggetti si intitolano Idea per un soggetto con Alberto Rabagliati. Pur mantenendo la stessa premessa narrativa, Rabagliati fatica ad accettare il suo fisico, e la stessa conclusione, la ragazza riesce a convincerlo ad accettarsi e a stare con lei, i due soggetti si differenziano per alcuni sviluppi narrativi. Nella variante A, più breve e schematica, Rabagliati partecipa a provini e spettacoli dal vivo, soffrendo da subito e in modo esplicito il suo aspetto fisico. Nel soggetto B, Rabagliati è più deciso e pieno di sé, prova a fare il don Giovanni, prima di diventare insicuro sul suo aspetto e di rifiutare la ragazza che lo corteggia.
Pubblichiamo nel volume e online il soggetto B e online il soggetto A.
Questo soggetto non realizzato è quasi contemporaneo a quello per Il barbiere di Siviglia (in cui Zavattini non è accreditato), scritto sempre per Rabagliati (e Macario), che diventerà un film per la regia di Mario Costa uscito nel 1947. La collaborazione con Rabagliati inizia però prima, con Una famiglia impossibile (1940) e La scuola dei timidi (1941), entrambi di Carlo Ludovico Bragaglia. Scrive Mazzoni: “La capacità quasi ‘indecente’ di creare (o ricreare) e deformare situazioni, filtrandole in un umorismo sottile e personalissimo, si svela anche in soggetti scritti per personaggi famosi, quale Il barbiere di Siviglia del 1945 […] o Rabagliati dello stesso anno, in cui si vede il popolare cantante alle prese coi suoi problemi di linea. (Sempre per Rabagliati scrisse il soggetto della Scuola dei timidi, che fu poi diretto da Bragaglia)” (1979: 13).
Secondo Pellizzari, nei soggetti di Zavattini si coglie una “sicura capacità fabulatoria e di intrattenimento […] una matrice da conversazione, congeniale a Zavattini, come dimostra la sua notevole attività radiofonica fin da quella ai microfoni dell’EIAR con la serie Parliamo tanto di me” (1998: 159-160): è in questa sede che conosce Alberto Rabagliati (nonché altri divi radiofonici come il Trio Primavera, Nunzio Filogamo). […] Prima di affermarsi come popolare cantante […] Rabagliati è stato in America a tentare l’avventura di sosia-continuatore di Rodolfo Valentino, e del mancato avvenimento ha comunque conservato una certa aura. Si potrebbe così pensare che le fittizie Cronache da Hollywood non siano trascorse invano e che Zavattini abbia nutrito qualche ambizione pigmalionesca, oltre tutto benvenuta e favorita in tempi di stretta autarchia” (ib.).