Un imbonitore presenta la rassegna di film partendo dal periodo muto con un racconto dei film Lumière come L’arrivo del treno in città, mostra un rapido montaggio di scene di baci (il bacio acrobatico, sottomarino, che dura un minuto, ecc.), un pezzo di film di gangster con una scena di sparatorie, alcune scene della Prima guerra mondiale, poi un divo: Rodolfo Valentino. Ed ecco il cinema sonoro, nelle diverse cinematografie nazionali (Messico; USA; ecc.); e delle pubblicità su elettrodomestici in azione. Si ambienta nel 1954, a Montestoril, il “Primer Festival Cinematográfico de la Paz”. Dopo alcune gag ecco una serie di piccoli racconti per descrivere i diversi film in programma. Un film argentino dal titolo El señor Julito¸ in cui il protagonista reagisce a una guerra imminente cercando di boicottare le armi mettendoci dentro della sabbia, ma infine viene fucilato. Un secondo film, belga, si intitola La isla: è il racconto di due naufraghi di due nazioni diverse che si fanno la guerra a vicenda (o stanno in pace e armonia) a seconda delle notizie che arrivano dalla radio che hanno salvato dal naufragio. Un terzo film, di genere storico, è canadese: un re chiama alla guerra i suoi sudditi, ma nessuno risponde. Seguono i commenti del pubblico e altri film, uno danese dal titolo Por qué no se desencandenó la guerra del 190…; uno ecuadoriano in cui i soldati non sanno spiegare tra loro il motivo della guerra in corso, dal titolo Quién ha sido?, e altri estratti di film con brevi racconti sull’assurdità della guerra. C’è anche un film dal titolo El hombre (Un uomo), con un conferenziere che fa portare sul palco e guardare da tutti i lati sotto i riflettori un albero, un cane e infine un uomo. Al momento di votare il film vincitore ognuno difende quello del proprio paese e i giurati entrano in un conflitto sempre più acuto: si arriva alla rissa, poi ai colpi di pistola, infine si vede una gran nuvola da scoppio della bomba atomica. Su questa immagine, con una musica allegra, appaiono le parole “Fin del mundo y fin de la pelicula”.
Dati d’archivio. Collocazione: Za Sogg. NR 13/3 contiene materiali vari dattiloscritti: A) 1 p., lettera di Carlos H. Knapp, datata 14/6/1977; B) 1 p., biglietto da visita di R. Munoz Suay, con nota manoscritta diretta a Carlos H. Knapp, datata 14/6/77. Un opuscolo a stampa con il soggetto A) 22 pp., Festival de Cine, El Gran Festival, Festival de Estrellas: argumento cinematográfico original de Cesare Zavattini, Luis Garcia Berlanga, Ricardo Munoz Suay, Madrid 11 diciembre 1954.
Scritto a più mani e pubblicato in spagnolo in Cesare Zavattini, Luis Garcia Berlanga, Ricardo Muñoz Suay, Festival de Cine. El Gran Festival. Festival de estrellas, Madrid, Graficas Cinema, dicembre 1954. Ristampato nel 1991 dalla Filmoteca della Generalitat Valenciana. L’Archivio Zavattini conserva solo una copia stampata del volumetto, senza versioni precedenti. È quella che riportiamo integralmente online.
Pubblichiamo online la versione pubblicata in Spagna nel 1954.
Spiega Mazzoni: “del periodo spagnolo è anche l’interessante progetto del Festival cinematografico, d. (Si pensi che arrivò addirittura a proporre un anno a Cannes di dedicare tutto un festival a questo grosso tema e che il primo dei suoi Cinegiornali liberi fu appunto quello della pace). <La pace> ripete Zavattini, <non è una cosa pasquale, ma è uno dei temi più terrificanti che esistono. È la manifestazione della spaventosa contraddittorietà e dell’arretratezza della mente dell’uomo>. Uno dei piccoli film presentati a questo ipotetico festival racconta di due naufraghi di diversa nazionalità approdati in un’isola deserta con una radio e delle armi. La radio trasmette che le due rispettive nazioni si sono dichiarate guerra. I due amici si trasformano in acerrimi nemici, trincerandosi e sparandosi. La radio annuncia la tregua e i due nemici ritornano buoni amici, godendosi per qualche giorno la natura e il lento passar delle ore. Ma la radio annuncia la ripresa delle ostilità ed eccoli di nuovo sulle trincee a sparare. Continueranno lo stato di guerra anche dopo la distruzione della radio, senza preoccuparsi dell’ipotesi che nel mondo i contendenti possano stipulare una di quelle <provvisorie paci a cui siamo abituati>” (Mazzoni 1979: 17-18).
Spiegano Ferraboschi e Brancaleone (2019: 46): “nel maggio del 1953 Berlanga e Muñoz Suay su recarono a Roma per progettare con Zavattini El gran festival, un film satirico imperniato su tema della pace che tuttavia fu rapidamente abbandonato a causa delle difficoltà insorte nella fase di lavorazione”. Il progetto sembra riaprirsi con una coproduzione tra Argentina, Spagna e Italia, proposta da Berlanga a metà degli anni Sessanta, ma senza esiti positivi (id.: 50). Si veda anche la scheda relativa alla pubblicazione di due soggetti di Zavattini, Berlanga, Muñoz Suay tratti da Cinco historias de España.