Antonio e Paola sono due innamorati di ceto borghese che vivono a Milano. Una volta sposati, la relazione inizia a peggiorare e la nascita del figlio non li aiuta, tanto che si separano. Il bambino viene lasciato alla madre e Antonio ne soffre. Decide così di rapire il figlio, ma viene inseguito dalla polizia che riesce a riprendere il bambino, mentre Antonio muore nell’inseguimento.
Dati d’archivio, Collocazione: ZA Sog NR 7/7 contiene: varianti di soggetto A) 2 pp., Titolo provvisorio: Dall’amore all’odio, datata 31/3/56; B) 3 pp., [idem], copia depositata presso la SIAE in data 5/4/1956.
Due versioni quasi identiche: il soggetto B, che pubblichiamo nel libro, è quello depositato presso la SIAE, e contiene rare correzioni a penna di punteggiatura e avverbi. Si tratta di una copia del soggetto A, che è senza correzioni e presenta sulla prima pagina la data scritta a matita: 31/3/1956, mentre il soggetto B presenta il timbro SIAE con data 5 aprile 1956 e porta su entrambe le pagine la firma autografa di Zavattini. Il soggetto B è corredato di quietanza per il deposito dei diritti da parte di Zavattini e indica la sezione di riferimento della S.I.A.E., ossia OLAF (Opere Letterarie ed Arti Figurative), nonché di ricevuta con vaglia postale dell’opera inedita da parte della S.I.A.E.
Pubblichiamo nel testo cartaceo e online il soggetto B e online il soggetto A.
“Finalmente il figlio viene ritrovato dagli inseguitori e si tratta di una triste vittoria, perché il padre in questo ci perde la pelle. E sulla sua fine constatiamo la fatalità di tutto quello che è avvenuto, essendo stato impostato male l’inizio, cioè i rapporti coniugali e sociali dei due, la loro concezione della vita e gli errori dell’ambiente nel quale vivono” (Soggetto A: 2). Alla luce dell’attenzione sociologica e antropologica di Zavattini, la cui sintesi ritroviamo in queste righe conclusive del soggetto, non pare fuori luogo ricordare che pochi anni dopo, nel 1959, lo scrittore pubblica la prefazione già nella prima edizione del fortunato Le italiane si confessano di Gabriella Parca. L’opera, che ebbe diverse edizioni, rappresenta un classico in tema di emancipazione femminile e disparità di genere a partire da lettere di donne italiane che la stessa giornalista raccoglie. Il legame diretto con Zavattini è ovviamente il film Le italiane e l’amore (del 1961, con la regia collettiva di Maselli, Mingozzi, Ferreri, Risi, Vancini, Mazzetti, Macchi, Questi, Nelli, Baldi): è sufficiente ricordare il titolo di uno degli episodi (La separazione legale, diretto da Florestano Vancini) per presumere un riferimento con questo soggetto Dall’amore all’odio, figlio della medesima sensibilità di sguardo che Zavattini rivolge ai cambiamenti sociali dell’Italia contemporanea, in particolare ai temi della famiglia, della mentalità borghese e del consumismo.