Tre uomini, un inglese un francese e uno spagnolo sono invitati a Roma per essere ricevuti dal Papa. Nei loro paesi sono stati giudicati i più buoni e puri e il viaggio è il loro premio. Ognuno di loro, tuttavia, cerca di apparire meglio di quello che è, nascondendo i propri vizi e difetti. Il francese ama la buona tavola, lo spagnolo le belle donne e l’inglese cerca in tutti i modi di screditare i due rivali. Alla fine per inseguire questi vizi perdono l’appuntamento con il Papa, si vergognano ma poi scoppiano a ridere: si sono resi conti della propria imperfezione e tornano al loro paese migliori di prima.
Dati d’archivio. Collocazione: Za Sog NR 29/1 contiene: varianti di soggetto tutte dattiloscritte: A) 2 pagine, Tre uomini a Roma; B) 2 pp., Tre uomini a Roma (titolo provvisorio); C) 2 pp., [idem]; D) 2 pp., [idem]; E) 4 pp., Tre uomini a Roma. Idea per un soggetto cinematografico di Cesare Zavattini, datata 28/07/60; F) 3 pp., Tre uomini a Roma; G) 3 pp., Tre uomini a Roma (Spunto per un film), datata 1960; H) 4 pp., Tre uomini a Roma I) 3 pp., Tre uomini a Roma (Spunto per un film), datata 1960; L) 3 pp., [idem], con correzioni e annotazioni manoscritte.
I soggetti A, B e C presentano leggere differenze di forma ma mantengono la stessa vicenda e la stessa conclusione. Il soggetto D è una copia del C. Il soggetto A è firmato in ogni pagina. I soggetti B, C e D presentano la dicitura “titolo provvisorio”. Il soggetto A è anche pubblicato in un articolo di S. Frau su La Repubblica il primo dicembre 1990. Nell’articolo il soggetto è datato 1960 ma in realtà, anche a giudicare dallo stato di conservazione e dal tipo di carta, questa versione pare quella del 1948.
Il soggetto E amplia la vicenda specificando meglio i vizi dei tre protagonisti e presenta una conclusione più amara: i tre non prendono coscienza delle loro mancanze, ma cercano di allontanarsi ognuno per la propria strada, finché un fotografo non li riconosce e non li costringe a posare sorridenti insieme. Nel soggetto è presente la dicitura Idea per un soggetto cinematografico di Cesare Zavattini e una nota manoscritta: “Copia data il 28/7/60 a Bar a Parigi”. Da questa variante in poi la lavorazione si sposta dunque al 1960.
Il soggetto F torna alle vicende delle prime versioni, probabilmente di oltre dieci anni prima, con poche differenze di forma. Il soggetto L è una copia del soggetto F, con numerose correzioni manoscritte, poi integrate nel soggetto G, datato 1960 e con la dicitura “spunto per un film”. Viene pubblicato anche su La Repubblica (1 dicembre 1990: 20; articolo di S. Frau, [Miracolo a Parigi] I suoi sogni nel cassetto. Chissà se si ucciderà – Tre uomini a Roma. Ecco due soggetti originali che lo scrittore emiliano non riuscì a vedere trasformati in film). Il soggetto I è una copia del G con numerose correzioni manoscritte. Il soggetto H presenta qualche variazione formale ma contiene alcune delle parti cancellate in I, quindi si tratta probabilmente di una versione precedente.
Pubblichiamo il soggetto E nel volume e online. Pubblichiamo online il soggetto A, il primo, e il soggetto I, cioè l’ultimo.
Paladini (1951: 260) descrive un soggetto del 1948, I tre buoni, dedicato al tema dell’essere e del sembrare: tre uomini premiati per la loro bontà vengono invitati a Roma per conoscere il Papa, ma “ognuno viene preso dalle proprie passioni, il primo dalla gola, il secondo dalle donne, il terzo dall’invidia”, alla fine i tre si smascherano tra loro e tornano al paese meno ipocriti. Paladini lo associa a un altro soggetto di Zavattini dello stesso periodo: L’ultimo buono, che racconta la venuta del Diavolo sulla terra a cercare di corrompere l’ultimo uomo virtuoso. La vicenda di diversi personaggi e della loro difficoltà a compiere delle buone azioni, si collega inoltre tematicamente al film realizzato È più facile che un cammello (Zampa, 1950), il cui protagonista non è un visitatore del Papa, ma un industriale che in punto di morte ha a disposizione del tempo supplementare per operare almeno una buona azione e andare in paradiso. Esattamente come per i protagonisti di Tre uomini a Roma, l’impresa non riesce. La lavorazione del soggetto parte nel 1948, ma viene abbandonata e poi ripresa nel 1960, come indicato in Mazzoni (1979: 21-22).