Guidati dall’autore che racconta in prima persona e intervalla le vicende con quadri e racconti della vita privata dei due protagonisti, seguiamo il duello automobilistico tra due uomini. Rivelli, proprietario terriero milanese, e Colletta, imprenditore edile napoletano diventano rivali in strada, a causa della guida aggressiva e del senso di competizione che li pervade. Si stanno muovendo da Napoli verso il nord Italia e il loro conflitto diventa ben presto uno scontro ideologico tra nord e sud, fatto di luoghi comuni. Il “duello” termina con entrambi giù dall’auto, fermi in coda, che fingono di non vedersi.
Dati d’archivio. Collocazione: Za Sog NR 24/1 contiene: varianti di soggetto dattiloscritte con correzioni e note manoscritte A) 4 pp., Prima io; B) 3 pp., Una bella strada provinciale…; C) 15 pp., n. 1; D) 13 pp., Prima io, senza note e correzioni; E) 3 pp., Colombo arriva anche lui …. Varianti di scaletta dattiloscritte con correzioni e note manoscritte F) 3 pp., Titoli provvisori: La lite, Prima io, Un bel paio di schiaffi, La strada, Napoli-Milano, Noi del volante, Chi arriva prima, 26 ottobre 1952. Il 20 crt. Zavattini ha consegnato le prime cartelle dopo oltre tre mesi di ricerche”, senza note e correzioni; G) Scaletta telegrafica del 4 maggio 1953, senza note e correzioni; H) 2 pp., Prima io!; I) 13 pp., Stesura Fregene, Marzo 1954; L) 2 pp., Prima io. Scaletta, 15/4/1953, senza note e correzioni; M) 13 pp., Prima io; N) 3 pp., Scaletta telegrafica, datata 11/05/53; O) 8 pp., Scaletta 2.9.53; P) 2 pp., Scaletta; Za Sog NR 24/2 contiene: varianti di trattamento dattiloscritte con correzioni e note manoscritte A) 39 pp., Prima io! Trattamento, datata 13/05/1953; B) 28 pp., Prima io! (titolo provvisorio); C) 24 pp., [idem]; D) 55 pp., Prima io! Trattamento; E) 39 pp., Prima io, senza note e correzioni; F) 39 pp., [idem], senza note e correzioni; G) 43 pp., [idem]; H) 36 pp., [idem]; I) 25 pp., Prima io; L) 37 pp., [idem]. Za Sog NR 24/3 contiene: varianti di sceneggiatura dattiloscritte con correzioni e note manoscritte A) 51 pp., Prima io; B) 39 pp., Prima io. Nuova … per stesura ridotta a short, 25 giugno 1954; C) 4 pp., Prima io. Note di lavorazione dattiloscritte con correzioni manoscritte D) 2 pp., Roma=Napoli o Prima io!. Osservazioni; E) Note relative al progetto Prima io con datazioni: “3 maggio”; “17.4.53”; “18 aprile, ZA+CHIA+ISA”; “19 aprile, domenica, ZA+CHIA+ISA”; “20.4.53”; “21 aprile 1953”; “25 febbraio 1953. ZA+BLA+CHIA+ISA”; “28 febbraio 1953. ZA+BLA+CHIA+ISA (poi i produttori)”; “13 marzo 1953. ZA+CHIA+ISA”; “14 marzo 1953. ZA+CHIA+ISA”.
Il soggetto A è in realtà un commento a un trattamento, verosimilmente archiviato come trattamento D, con qualche nota manoscritta fra cui, in conclusione, “(trattam. fatto dopo 13/5 di 54 pagg.)”. I due personaggi si chiamano Colombo e Rivelli e viaggiano per un appuntamento di lavoro importante. Alla fine, si scopre che l’appuntamento è fra loro, cosa che muta l’atteggiamento reciproco immediatamente. Il soggetto B tratta solo le prime fasi del racconto, fino all’inizio delle presentazioni dei personaggi. In conclusione, alcune note manoscritte in rosso e blu evidenziano alcuni temi rilevanti tra cui “Due uomini mediocri”, “Invidia tra le macchine” e “Rapporto tra persone e macchine”. Il soggetto C è una completa riscrittura ricca di note manoscritte in cui i personaggi diventano Rivelli e Colletta e il rapporto d’affari tra i due non è esplicitato. Il soggetto D è una copia del C, forse precedente perché presenta alcune correzioni dattiloscritte poi integrate in C. Il soggetto si apre con la nota manoscritta “Prima io. Idea per un film di Cesare Zavattini”. Il soggetto E è incompleto, ricco di note manoscritte, tra cui l’ultima pagina che presenta una serie di appunti sugli avvenimenti del film.
Nelle varie versioni di scalette e trattamenti, il soggetto assume vari titoli: Prima io, La lite, Un bel paio di schiaffi, La strada, Napoli-Milano, Noi del volante, Chi arriva prima, Roma-Napoli.
In particolare, il soggetto non realizzato La moglie di Giovanni presenta trama e personaggi molto simili. Archiviato a parte, il soggetto dattiloscritto con molti appunti manoscritti, presenta in particolare la nota dattiloscritta “18/12/52”, che lo data precedentemente al lavoro su Prima io. In questa versione i due personaggi si chiamano Colombo e Rivelli e duellano fino a un piccolo incidente che gli fa scoprire che sono uno il fornitore dell’altro. Colombo, infatti, vende le scatole che Rivelli usa per impacchettare le caramelle che produce. Una volta capito questo, i due decidono di prendere un caffè come nulla fosse successo. Interessante anche il fatto che la nota manoscritta “La moglie di Giovanni?” presente in testa al documento non sembra essere associabile al titolo ma più a un appunto su eventuali integrazioni da apportare al testo.
Il soggetto viene poi preso in considerazione, negli stessi anni, per il progetto Zibaldone n.3, che avrebbe dovuto essere diretto da Alessandro Blasetti (si veda la scheda relativa).
Pubblichiamo nel volume e online la versione C del soggetto (già in Mazzoni 1979: 42-51; 1997: 177-192); pubblichiamo online sia il soggetto A sia quello chiamato La moglie di Giovanni.
Il soggetto avrebbe dovuto far parte del progetto Zibaldone n. 3, diretto da Alessandro Blasetti. Al termine del soggetto C è presente una lettera a Blasetti, con un segno di stralcio a matita, che descrive il soggetto come ancora non riletto e scritto “per cominciare a muoversi”. Zavattini scrive: “sento che sta per nascere un film anche se mi sono allontanato dall’idea originaria dell’analisi della lite”. L’Archivio Blasetti indica uno scambio di documenti e la restituzione della sceneggiatura da Blasetti a Zavattini il 15 novembre 1959, quindi diversi anni dopo la stesura di questo soggetto.
Il tema affrontato, l’approccio aggressivo e prevaricante dei ricchi industriali, si ritrova molto simile nel film È più facile che un cammello (1950) di Luigi Zampa, in cui due rivali devono compiere delle buone azioni per guadagnarsi il paradiso in seguito a una morte prematura, ma soprattutto in Amore e chiacchiere (1957) di Blasetti, in cui due industriali rivali, che si chiamano proprio Rivelli e Colombo, si alleano per lavorare alla candidatura politica del primo dopo uno screzio automobilistico. Sembra evidente che il lavoro su Prima io sia confluito in un episodio della vicenda di Amore e chiacchiere.
Nelle lunghe “Note di lavorazione” si trascrivono le critiche di Zavattini e le discussioni tra Zavattini, “Chia” e “Isa”, che riportano spesso anche le opinioni di Blasetti: la prima sigla è per Chiarini (esplicitato poi nelle note) mentre per il secondo ipotizziamo Isa Bartalini, sceneggiatrice di Blasetti, che ritroviamo un paio d’anni dopo anche nel progetto Zibaldone n.3. Alcune critiche, molto severe, si concentrano sulla troppa schematicità del racconto legato solo alla strada da percorrere e al tema della velocità, nonché sulla “condizione sociale” dei due protagonisti, che sono entrambi industriali ma uno napoletano e l’altro milanese. La discussione successiva verte ad approfondire le loro psicologie, portando il racconto verso una “satira, la critica, non a due ricchi, ma a due posizioni nella vita che hanno un valore universale, e cioè l’uomo politico e l’uomo capitalista” (ACZ, nota del 20/04/1953: 109). C’è anche una lunga disamina sul ruolo e le funzioni del narratore del racconto, che si presenta come “l’autore” e conduce in modo divertito e metadiscorsivo il lettore a poggiare lo sguardo su diversi personaggi: una sorta di “pedinamento” di chiunque passi per strada in quel momento, dimostrando che ogni aspetto o vicenda umana può diventare un racconto, e le storie sono quindi potenzialmente infinite. Il narratore onnisciente del racconto, che entra ed esce a suo piacimento dalle situazioni commentando la propria libertà creativa, esplicita il suo potere manipolatorio. Ed è proprio su questo punto che si concentra la discussione critica, definendo tale narratore un “taumaturgo” che mette in gioco le convenzioni “tra lo spettatore e l’autore” (ACZ, nota del 17/04/1953: 102), ma lo fa per uno “scopo morale” di denuncia dei “futili motivi” e delle “meschine rivalità” che si possono innescare tra automobilisti (ib.). Una denuncia che è al contempo un “denunciarsi” del narratore rispetto al “suo potere e la sua funzione” (ib.), e si esprime con una “presenza sensibile”, che “deve dare continui segni della sua presenza” (id: 103). Nella nota intestata “19 aprile, domenica. ZA+Chia+Isa” (pp. 106-107) Zavattini, interrogato a proposito, spiega che l’autore (narratore) dev’essere visto come un “interlocutore”: “questa pure è una convenzione, ma dovrebb’essere fatta con uno spirito saggio dell’autore, condiviso dal pubblico, andando a cercare nell’intimo delle azioni il vero movente: <Lei vuole arrivare a Firenze un quarto d’ora prima perché ama il progresso? Macché!>” (id: 107). Si mette in chiaro però che questo narratore “taumaturgo” partecipa al racconto ma non lo determina totalmente: “ha un limite: è un conoscitore di cose, ma ci conviene di escludere che sia un determinatore di cose” (ib.). Nelle note datate tra il 25 e il 28 febbraio 1953 si riportano anche gli interventi di Blasetti, il quale “ritiene che un terzo del film vada dedicato a uno zibaldoncino stradale in cui cominciano ad essere introdotti (senza parere e a più riprese) i due protagonisti. Gli altri due terzi del film dedicati in prevalenza alla contesa tra i due, dando però un molto maggior sviluppo al retroterra, perché il pubblico si possa affezionare ai personaggi” (p. 114). Con l’arrivo dei produttori si discute anche degli attori: “le prospettive migliori sarebbero De Sica per il napoletano e Caprioli per il milanese” (ACZ, nota del 28/02/1953: 116).