Roma. Il protagonista è un barbone romano di origini emiliane, di circa ottantatré anni. Un giorno, mentre fruga nei cassoni dell’immondizia, gli capita tra le mani una bomba: poi si impadronisce della bomba e inizia “la sua Odissea”: girerà per Roma con uno sguardo nuovo, tra pensieri negativi e positivi, ma nessuno gli crede, neppure la polizia. Il finale resta sospeso.
Dati d’archivio. Collocazione: Za Sogg NR 3/8 contiene: varianti di soggetto dattiloscritte A) 4 pp., Prima versione del soggetto cinematografico-televisivo dal titolo “La bomba”; B) 4 pp., La bomba, datato 15/06/1985; C) documentazione relativa al deposito del soggetto alla SIAE, datato 28/6/1985; D) ritaglio de “l’Avanti!”, dal titolo Sta per esplodere la «Bomba» di Zavattini, di Hilde Ponti, datato 14 /7/1985.
Il soggetto A (Prima versione del soggetto cinematografico-televisivo dal titolo LA BOMBA) contiene un breve preambolo di Zavattini, che sottolinea come il progetto in questione possa essere la continuazione di La Veritàaaa, sempre interpretato da lui (all’epoca Za ha ottantatré anni come il personaggio): “mi sembra la soluzione più naturale e più efficace. Non certo perché abbia delle fregole da attore. Ma come per La Veritàaaa, qui posso assumerne il peso interpretativo identificandomi con il personaggio” (Soggetto A: 1). Nelle prime due pagine, l’autore si concentra sul tema dei barboni. Nel soggetto B il protagonista non ha un nome. È indicato ancora che Zavattini interpreterà la parte del protagonista. Mentre nella versione A il barbone lascia la bomba nel cassone dell’immondizia, qui se ne appropria e, dopo qualche ragionamento, pensa di utilizzarla a fin di bene, magari denunciando la stupidità e la cattiveria del mondo e dei politici, ma poi rinuncia. Si confronta sul fatto di avere una bomba anche con altri due barboni, un uomo e una donna, ma il risultato è quello di sentirsi più solo di prima.
Pubblichiamo nel volume e online il soggetto B (già in Caldiron 2006: 453-455) e solo online il soggetto A.
Spiega Fortichiari: “Vent’anni dopo, nel 1985, il medesimo titolo, La bomba, ricompare per un soggetto e una sceneggiatura destinati al cinema e alla televisione, depositati alla SIAE il 28 giugno: storia di un barbone che gira per la città di Roma frugando nei bidoni della spazzatura, dove trova una bomba. In una prima versione la bomba passa dal barbone nelle mani di una giovane coppia in procinto di sposarsi (reminiscenza di Antonio e Maria, nel soggetto La guerra), con un finale tutt’altro che positivo. Ma il 14 luglio 1985, in un’intervista all’Avanti!, Za ne cambia in parte l’idea, mettendosi questa volta nei panni del barbone protagonista, che Zavattini aveva in mente di interpretare, oltre che dirigere (come nel film La Veritàaaa, due anni prima). È un vero e proprio racconto nel racconto: <Una bomba è una bomba! Quante cose potrebbe fare, che potenza porta nella sua sacca. E qui comincia il dramma, gli interrogativi … Può disporre degli eventi per la prima volta nella vita. Si abbandona con estro e fantasia a pensieri, a volte controllandosi, a volte come se di attimo in attimo, dovesse adoperarla. Le sue riflessioni sono da ‘grande’, ciò di cui può disporre ora è da re. Passa da folate di cattiveria, a folate di bontà, all’illusione di cambiare il mondo, ma la vista di qualsiasi vigile urbano basta a ridurlo nella sua realtà. E corre, cammina, da Montecitorio al Quirinale, a piazza Venezia, al Senato. Da un’osteria a un convento. Una bomba è una bomba! Certo che a un barbone nessuno crede, eppure nella sua nuova posizione da bombardiere ha lampi che hanno della rivelazione. La fine della nostra storia sarà una sorpresa, di cui sarò l’interprete, il regista e tutto il resto>. È interessante il commento zavattiniano sui cambiamenti del mondo culturale e l’accenno al pacifismo: <Quarant’anni fa c’era la guerra. Adesso dobbiamo imparare ad avere una dimensione diversa del tempo, dello spazio che muta. Più cresce il pacifismo e più diminuisce la facoltà d’intervenire sui sentimenti elementari, che sono poi quelli che dominano il mondo, come ai tempi di Platone>” (Fortichiari 2021: 20).
Durante le riprese del film La veritàaaa, 1982 (foto G. Baldi-Schwartl)
Per gentile concessione dell’Archivio Cesare Zavattini, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia