Haydée è una rinomata maga di Napoli che con pozioni e rituali aiuta la sua clientela a realizzare i propri desideri. La diceria vuole che una buona maga non si innamori di un essere umano, perché questo sentimento la porterebbe a perdere i propri poteri, quindi i clienti. Haydée, il cui autista è innamorato di lei, incontra Marcello, innamorato di Rita che a sua volta è innamorata di Peppino, innamorato di una prostituta. La maga si innamora perdutamente di Marcello e seguiamo le traversie di un amore improvviso, passionale, a tratti aggressivo, dove ognuno soffre che il proprio innamorato sia disinteressato delle attenzioni che riceve.
Dati d’archivio. Collocazione: Za Sog NR 17/1 contiene: varianti di soggetto dattiloscritte A) 10 pp., Titoli provvisori: La maga di Napoli; La chiromantessa; La Chiromante, manoscritto, datato 20/9/1972; B) 6 pp., Titoli provvisori: La maga di Napoli; Haydé, la maga di Napoli; La cartomante; Madama Haydé, datata 3/1/1973; C) 5 pp., Titoli provvisori: Haydée; La cartomante; La chiromante; La maga di Napoli; L’amore a Napoli; D) 4 pp., [idem]; E) 4 pp., [idem]; F) 6 pp., [idem], datata 3/1/1973; G) 6 pp., Titoli provvisori: Haydée; La maga di Napoli; La chiromante; La cartomante; datata 1/10/1972; H) 4 pp., Titoli provvisori: La maga di Napoli; La chiromantessa; La chiromante, datata 1/10/1972 I) 4 pp., Titoli provvisori: Haydée; La maga di Napoli; La chiromante; L) 18 pp., Titoli provvisori: La maga di Napoli; La Chirocartomante; La chiaroveggente; la Chiromante; Cartomanteveggente risolve amori e affari, con correzioni manoscritte; M) 8 pp., La maga di Napoli. Soggetto cinematografico di Cesare Zavattini, datato novembre 1972, con note manoscritte. Za Sog NR 17/2 contiene: varianti di scaletta dattiloscritte con note e correzioni manoscritte A) 21 pp., La maga di Napoli. Prima scaletta; B) 20 pp., [idem]; C) 20 pp., [idem]; D) 9 pp., La maga di Napoli (Scaletta); E) 9 pp., [idem], senza note e correzioni; F) 2 pp., La maga di Napoli; G) 2 pp., Scaletta; H) 4 pp., Scaletta (da dopo il carcere). Za Sog NR 17/3 contiene: varianti di trattamento dattiloscritte con note e correzioni manoscritte A) 85 pp., La maga di Napoli, datata 10/5/1973; B) 78 pp., Titolo provvisorio: La maga di Napoli; C) 64 pp., Titolo provvisorio: Haydé, la maga di Napoli; D) 84 pp., [idem]. Za Sog NR 17/4 contiene: varianti di trattamento dattiloscritte con note e correzioni manoscritte E) 39 pp., Titolo provvisorio: La Maga di Napoli; F) 39 pp., [idem], senza note e correzioni; G) 24 pp., [idem], senza note e correzioni; H) 32 pp., [idem]; I) 29 c pp., [idem], senza note e correzioni; L) 18 pp., [idem]; M) 18 pp., [idem]; N) 59 pp., Haydé, la maga di Napoli; La chiromante; Madama Haydé, senza note e correzioni. Za Sog NR 18/1 contiene: varianti di trattamento dattiloscritte O) 48 pp., Haidé, la maga di Napoli; La cartomante; Madama Haidé, con note e correzioni manoscritte; P) 49 pp., Haidé; La cartomante; Madama Haidé; Q) 51 pp., [idem]; R) 56 pp., Titoli provvisori: La maga di Napoli; Haydé, la maga di Napoli; La cartomante; Madama Haydé. Za Sog NR 18/2 contiene: varianti di trattamento dattiloscritte con note e correzioni manoscritte S) 44 pp., Haidé; La cartomante; Madama Haidé; T) 27 pp., [idem]; U) 64 pp., Collage di segmenti di differenti versioni del trattamento. Za Sog NR 18/3 contiene: varianti di sceneggiatura dattiloscritte A) 151 pp., La maga di Napoli. Prima sceneggiatura; B) 15 pp., 1^ sceneggiatura. Haydé, la maga di Napoli; I napoletani sono matti, datata 16/5/1973; C) 15 pp., [idem], datata 16/5/1973. Za Sog NR 18/4 contiene: sceneggiatura dattiloscritta con correzioni manoscritte D) 199 pp., La maga di Napoli, 26 luglio 1973. Za Sog NR 19/1 contiene: sceneggiatura dattiloscritta con correzioni manoscritte E) 107 pp., Prima sceneggiatura. Haydé, la maga di Napoli; I napoletani sono matti. Za Sog NR 19/2 contiene: varianti di sceneggiatura dattiloscritte F) 111 pp., Haydé, la maga di Napoli; I napoletani sono matti; G) 127 pp., …Ecco la faccia agitata di un uomo…. Za Sog NR 19/3 contiene: sceneggiatura dattiloscritta con correzioni manoscritte H) 329 pp., …e poi: così ti ho visto prima che sparissi…. Za Sog NR 19/4 contiene: note di lavorazione manoscritte A) 8 pp., Maga di Napoli; B) 50 pp., [idem]; A) Vari articoli sul tema della magia, tra cui una “Inchiesta della città che ha visto sprecare un immenso capitale di energia ed intelligenza; Napoli vuole salvarsi” di Marzio Bellacci e Raffaello Uboldi, in Epoca, datato 29/10/1972.
Il soggetto ha diversi titoli provvisori: La maga di Napoli; La Chiromantessa; La Chiromante; Haydée; La cartomante; Madama Haydè; L’amore a Napoli; La Chirocartomante; La Chiaroveggente; Cartomanteveggente risolve amori e affari. Seguendo gli sviluppi del soggetto, si nota come le prime due varianti siano quasi uno studio etnografico, una descrizione della magia, della figura della maga (qui chiamata Sofia), “giovane, bella, piuttosto strana nel suo abbigliamento mezzo hippy e mezzo sibilla cumana” (Soggetto A: 2), distinguendo le diverse classi sociali che frequentano la maga, e soffermandosi sulle credenze dei napoletani in qualcosa di soprannaturale senza cadere in stereotipi o giudizi – Zavattini ci tiene infatti a sottolineare che “i napoletani vivono un po’ fuori dalle regole comuni, seguendo i loro istinti, le loro passioni, le loro tradizioni […] perché il mondo in genere e i napoletani in specie credono più alla magia che alla legge”. All’inizio del Soggetto A, di 10 cartelle dattiloscritte datate 20 settembre 1972, con molte correzioni a mano, si legge: “La fortuna di tali personaggi ha i suoi alti e bassi. Oggi, cioè nel 1972-73, le azioni di queste persone che garantiscono di aiutare tutti a risolvere i problemi del cuore e della mente con le loro arti magiche […] è in gran rialzo. Perché di giorno in giorno cresce la sfiducia nell’uomo, perfino in noi stessi, soprattutto nella giustizia ufficiale, statale, e la speranza si rifugia nel mistero, nelle forze soprannaturali” (Soggetto A: 1). Nella variante C la trama si infittisce, con un bell’uomo Marcello, un avvocato, che è venuto dalla maga, chiamata Haydée, a consultarsi perché innamorato di una prostituta. Il soggetto porta in intestazione una nota manoscritta a matita, che recita: “scritto precipitosamente e mandata a Ponti il 13/10 ore 19”. La variante D è una copia della precedente, e la variante E, sempre datata 13/10, è una versione interrotta della C che riprende in parte gli spunti del soggetto A. La variante F del soggetto è corretta fittamente con scritte a mano a pennarello nero e rosso, molti tagli e riscritture, e la variazione di far diventare Marcello un indossatore di successo che proviene da una famiglia dei “bassi” e si vanta delle sue povere origini. Il Soggetto B, datato 3 gennaio 1973, è più asciutto (6 cartelle) e accoglie tutte le correzioni del soggetto F, dislocandone qualcuna e lasciando in sospeso le conseguenze dell’incontro tra la maga, che si chiama Sofia ma in arte è Haydée, e l’indossatore Marcello, “che esercitano due lavori non comuni, ma abbastanza tipici di questo nostro momento dove, tra l’altro, superstizione e vanità si danno di continuo la mano alla ricerca di soddisfazioni immediate” (Soggetto B: 11). “Tentativo per riassumere” è la nota manoscritta d’inizio del soggetto G, dattiloscritto di sette pagine. Qui cambia il focus del film, che non è più incentrato tanto sulla pazzia dei napoletani nel credere alla magia, quanto sulla pazzia dell’abbandonarsi alle passioni. Dal soggetto H, infatti (5 pagine, incompleto) sparisce del tutto l’accento sui napoletani, come se la parte di studio etnografico fosse finita e acquisita; si introduce la figura del padre di Haydée e viene descritta più dettagliatamente la sua clientela; anche il Soggetto I (di 5 cartelle) è interrotto, ancora non è stato scelto un finale preciso, ogni soggetto infatti ha un finale leggermente diverso. Il soggetto L, di 19 pagine, è l’ultima variante, la più lunga, è quella su cui probabilmente Zavattini ha lavorato con più calma, dato che le correzioni manoscritte hanno una calligrafia curata e ordinata, il finale vede Haydée in carcere, adorata dalle compagne, e Marcello (avvocato) che arriva a liberarla e a dichiararsi, mentre lei “visto che non lo può trattare come un amante, lo tratta come un bambino” (Soggetto L: 74).
La scaletta ha invece otto varianti: dalle correzioni manoscritte e dalla lunghezza delle varianti, sembra che quella catalogata come prima sia l’ultima a cui Zavattini ha lavorato. La prima variante, A, è composta da 19 punti ed è infatti pubblicata in Mazzoni (1979: 134-143), con note e correzioni integrate. Si crea un climax crescente nel finale, ancora più caotico e più comico, che passa dalla rincorsa, alla fretta, alla disperazione, con sentimenti contrastanti di amore-odio e pensieri di omicidio-suicidio dovuti dall’amore non corrisposto, e con l’affanno, le urla, lo spogliarsi finale di Marcello quando sta perdendo del tutto il senno mentre la folla spaventata inneggia alla rivoluzione. Le due varianti successive (B e C) sono copie, ma cambiano le correzioni. La variante D è colma di note manoscritte. A differenza delle scalette precedenti, questa è meno narrativa, molto più descrittiva ed incentrata più sui movimenti della macchina da presa che sulla trama. Per fare alcuni esempi: “il film si apre con una serie di primissimi piani”; “ci si allontana dal luogo (che ancora non vediamo)”; “esce dall’anticamera lasciando alle sue spalle cinque persone” (Scaletta D: 14). La Scaletta E è una copia di D, senza le correzioni. La variante F è lo scheletro della variante A: 16 punti, estremamente sintetici, pieni di note manoscritte. La variante G sembra il continuo della precedente, e la variante H il continuo della G; infatti, il titolo è “SCALETTA (da dopo il carcere)”. Queste ultime varianti sono sintetiche, telegrafiche, le frasi non sono nemmeno dei periodi: “scena dell’alberghetto; autoambulanza; fuga Marcello inseguimento Haydée”. Il materiale successivo, raccolto nello stesso faldone dei soggetti e delle scalette, contiene dodici varianti di Trattamento (alcune parziali o con stralci di altre), con accenni di dialogo in napoletano, e un finale più farsesco ma di riconciliazione tra la maga e Marcello (che di mestiere fa l’indossatore), come negli ultimi soggetti, si sviluppa anche il carattere della servitrice della maga, chiamata Tecla (pensando forse all’attrice Tecla Scarano). Il Trattamento O, di 55 pagine (con note manoscritte), riporta in intestazione la nota: “Tutti i nostri personaggi parlano un dialetto napoletano che chiameremo alla De Filippo” (la nota si ripete in tutte le versioni successive). Altri due voluminosi faldoni contengono sette Trattamenti (quasi tutti parziali o incompleti) e otto varianti di Sceneggiatura (la prima datazione è del 16 maggio 1973; un’altra del 26 luglio dello stesso anno, nella quale si riprende una gag della padellata data da Sofia a Marcello, per farlo rinsavire dall’amore frustrato per la prostituta Rita, che si trovava nei primi soggetti (ad esempio nel Soggetto C); l’ultima versione della sceneggiatura (incompleta e non datata), consta di 329 pagine); vi sono anche delle “Note di lavorazione”, che sono stralci di sceneggiatura scritti a mano su più supporti (anche un piccolo block notes).
Pubblichiamo nel volume e online il soggetto A, e online anche la versione della scaletta A (pubblicata in Mazzoni 1979: 134-143) e il soggetto F.
Il soggetto è stato scritto immaginando De Sica alla direzione del film e Sophia Loren come protagonista (e forse pensando a Tecla Scarano come controcanto comico). La trama di questo soggetto è strettamente legata al soggetto non realizzato Due giorni di follia: diverse sono infatti le isotopie (linee guida) tematiche o figurative riprese; per fare alcuni esempi: la rincorsa tra le strade della città; l’essere innamorati di una persona che non corrisponde il sentimento; la differenza d’età tra la protagonista e il ragazzo; l’innamorato che ha una cotta per un’altra persona; la minaccia di suicidio se l’amore non è corrisposto; la costante ricerca del presunto partner; il nome Peppino per uno dei personaggi. Le due trame sono molto simili: la differenza principale tra i due soggetti è che in La maga di Napoli il fattore “magia” è il pretesto che permette ad Haydée e Marcello di incontrarsi. Per il protagonista maschile il nome permette qui di ipotizzare Marcello Mastroianni, già coinvolto in altre produzioni di Ponti con interprete la Loren scritte da Zavattini (ad esempio Ieri, oggi, domani del 1963 con la regia di De Sica).
Scrive Zavattini a De Sica nel 1973: “A Ponti ho ricordato che aveva giudicato La maga di Napoli, nelle sue linee maestre, come la storia migliore che avessi potuto fare, e io non mi ero discostato assolutamente nelle 86 pagine da quelle linee maestre. […] Aspetto le tue osservazioni pronto a buttarmi con entusiasmo a svolgere, a fortificare il frutto subito (Lettera a De Sica del 26 gennaio 1973, ACZ D499/432).
La variante C del soggetto è edita, stampata con copertina rigida dalla tipografia Gemma a Roma, nel novembre 1972, e nella versione conservata nell’Archivio Zavattini presenta numerose correzioni a penna. In Mazzoni (1979: 313), c’è un trafiletto che analizza La maga di Napoli e conferma “l’adattabilità del precedente Due Giorni di follia”. Interrogandosi sulla non realizzazione di questo film, viene spiegato come “il film doveva essere diretto da De Sica. All’inizio del 1977 Ponti sembrò deciso a riprendere il progetto e a cominciare a girare, ma poi – dice Zavattini – ‘come queste cose non avvengono fa parte dei cosiddetti misteri del cinema’”.
In Caldiron (2006: 343) nel commento a Due giorni di follia viene spiegato come La maga di Napoli sia nato dopo il rifiuto di Sophia Loren del soggetto Due giorni di follia, perché l’allora “trentottene attrice si considera troppo giovane per interpretare una donna di cinquant’anni”, ovvero la protagonista di Due giorni di follia. Presso l’Archivio Zavattini si conserva un telegramma di Zavattini alla Loren del primo novembre 1972 che recita: “Cara Sophia quanto dettomi da Ponti circa sceneggiatura Sanchez mi habet reso felice. Tornato stanotte da Napoli dopo tre giorni intensa permanenza sperando aver centrato personaggio chiromante come lei merita”.
Interessante ripercorrere le carte d’archivio della cartella “Documentazione” (Za Sog NR 19/4) dove sono conservati riviste e articoli studiati da Zavattini in preparazione alla figura della “maga”. Ad esempio, “L’arte di predire il futuro”, in Giorni, a cura di Franca Rossini datato 11 aprile 1973, una delle riviste su cui Zavattini ha lavorato. Troviamo parole chiave sottolineate, come “zingare”, “metapsichici”, “visione nel cristallo”, “la personalità subcosciente”. Nel trafiletto di descrizione della chiromanzia troviamo delle fotografie ritraenti alcune maghe, che nel vestiario, acconciatura e mobilio della casa corrispondono fedelmente alla descrizione della maga di Napoli zavattiniana, chiamata Haydée.
Zavattini utilizza anche riviste di approfondimento, ad esempio il numero 1151 di Epoca del 22 settembre 1972 (“Se Napoli esplode…” di Marzio Bellacci e Raffaello Uboldi), dove da pagina 32 a pagina 46 c’è un’inchiesta su Napoli, i suoi abitanti, il tenore di vita e la percentuale di alfabetizzazione tra i giovanissimi. Diversi, infine, i ritagli di giornali e i quotidiani, sia di articoli riguardanti la figura dei maghi che avvisi di offerta di consulenza di magia, con annunci come: “espertissimo in problemi umani di qualsiasi genere […] il genio dell’era cosmoscientifica che direziona ed estende ovunque le sue forze vitali […] insuperabile per la sua chiarezza e conclusione su qualsiasi quesito da sbalordire chiunque”. Ricordiamo che la figura della maga (da derubare o da consultare) appare già in film precedenti diretti da De Sica in cui è centrale l’apporto di Zavattini, come Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948).
Za nella sua casa durante un’intervista, Roma, anni Settanta (foto Pais e Sartarelli)
Per gentile concessione dell’Archivio Cesare Zavattini, Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia